Erasmo Petringa

compositore polistrumentista direttore d'orchestra

Reviews – Sabir

Fabio Ciminiera - Sabir

Erasmo Petringa – Sabir Scritto da Fabio Ciminiera Domenica 12 Luglio 2009 00:00 Italia Promotions – 019514ERE -

2008 Erasmo Petringa: oud, violoncello, contrabbasso, chitarra battente

Pietro Tonolo: sax tenore, sax soprano

Gabriele Mirabassi: clarinetto

Bebo Ferra: chitarra

Enzo Zirilli: batteria, percussioni

Angelo Cioffi: Fender Rhodes

Emidio Petringa: tamburelli

Sabir è una delle lingue franche, usate anticamente nei porti del Mediterraneo, sintesi di vocaboli ed espressioni tipiche delle diverse lingue, utilizzata nei porti da marinai e commercianti. Erasmo Petringa nel suo nuovo lavoro – intitolato, appunto, Sabir – si muove in maniera assolutamente trasversale e libera tra i diversi dialetti musicali dell’area. Jazz, colori etnici, intenzioni e pratiche provenienti da retaggi culturali diversi, strumenti e suoni appartenenti a epoche e stili.

Petringa, innanzitutto, utilizza una vasta scelta di strumenti a corda – dall’oud al violoncello, dal contrabbasso alla chitarra battente – e chiama a raccolta musicisti avvezzi, già nei loro progetti, a fare incontrare il jazz con suoni provenienti da tradizioni e sonorità diverse come Bebo Ferra, Gabriele Mirabassi e Pietro Tonolo.

E Sabir sfugge in modo felice e fecondo a ogni possibile catalogazione per dar vita un mondo sonoro che scaturisce dall’incontro di tante anime. Lo stesso Petringa rivendica la natura molteplice e sfaccettata del lavoro: la musica presente in Sabir, come la lingua franca, contiene accenti e richiami alle tante tradizioni del Mediterraneo ma riesce, sempre e con soluzioni di buon livello, a sganciarsi da ciascuna delle ispirazioni e a non schiaccersi su un percorso comodo o già definito.

Lo spettro delle influenze è vasto, dalle atmosfere dell’Italia Meridionale ai suoni del Nord Africa, dal jazz alle danze popolari: la pratica seguita da Petringa, sia nelle composizioni che nell’esecuzione del materiale, unisce i tanti elementi in maniera precisa ed efficace. L’improvvisazione libera autore, musicista e strumento da vincoli stilistici e condizionamenti secolari, afferma il violoncellista: ma anche l’attitudine spontanea e forte a voler attraversare con la propria musica il confine imposto da generi e consuetudini.

Il disco gode allo stesso tempo, della rotondità e della morbidezza di suoni lunghi e avvolgenti e della grana ruvida delle corde pizzicate dell’oud e delle tante percussioni utilizzate. Un ulteriore incontro di soluzioni aiuta Petringa a dare corpo al viaggio musicale di Sabir ed è quello con il suono del Fender Rhodes suonato da Angelo Cioffi.

E così, in pratica, la lingua comune del disco è il risultato di suoni diversi, provenienti da epoche e riferimenti anche molto distanti tra loro. Suoni, voglia e necessità di non risultare catalogabile, desiderio di esplorazione. Gli stimoli si ritrovano in ciascuna delle nove tracce del lavoro. Il riferimento nei titoli è rivolto alle scansioni ritmiche, alle danze e alle vari incontri di civiltà avvenuti sulle coste e sulle rotte del Mar Mediterraneo.

Muoversi verso una sintesi tra i vari riferimenti è la linea guida di Petringa e del suo lavoro: alla base del discorso c’è, in questo senso, la capacità di muoversi attraverso generi diversi e di utilizzare strumenti diversi e di dover una sintesi nel proprio mondo espressivo, ancor prima di sedersi dietro lo strumento e suonare.

Questo atteggiamento rende coerente e particolarmente suggestivo lo sviluppo musicale di Sabir. I brani diventano una terra di mezzo e di mediazione, una lingua comune nata dall’esperienza e dall’incontro e non disegnata a tavolino: il disco accoglie lo stile dei musicisti e li utilizza per rivestire ritmi profondamente radicati nelle tradizioni. Ma allo stesso tempo la sintesi è attuale e attenta alla contemporaneità, con la voglia precisa di sottolineare quanto sia importante oggi l’incontro tra civiltà vicine, e non solo per quanto riguarda la geografia ma anche per le intime similitudini e per uno sviluppo, comunque, parallelo.

Gianluca Sgalambro - Sabir

Erasmo Petringa – Sabir   di Gianluca Sgalambro

Sabir, di Erasmo Petringa, è un disco d’alto mare. Da evitare, se si ama navigare in acque familiari, sottocosta, riconoscendo i fari e le insenature. Se ci si spaventa quando i generi si fondono, gli strumenti noti prendono voci ignote e la musica scioglie i quarti di tono nelle pentatoniche, i ritmi delle tammorre in sassofoni che piacerebbero a Coltrane, l’Oud nel piano Rhodes.

Una traversata dal Mediterraneo all’America, dal Jazz all’Africa, per poi attraccare, inevitabilmente, nel porto di Napoli. Nove tracce, in Sabir, in cui gli ingredienti della musica di Petringa (jazz, mediterraneo e tradizione partenopea) si fondono in un tutto nuovo. Perdono un po’ della loro identità per ritrovare una nuova energia, lontana dalla retorica di troppe contaminazioni di maniera.

Erasmo Petringa è un musicista, compositore e arrangiatore in grado di passare con disinvoltura e con un approccio del tutto personale dal contrabbasso alla viola, dalla chitarra battente al mandoloncello all’Oud, dal diploma al Conservatorio alle sperimentazioni del jazz. Tutto lasciano alle canzoni la capacità di essere ascoltate e godute anche perché fondate su temi ‘cantabili’ e immediati Basta ascoltare Sabir, con il suo andamento tra tarantella del Gargano e bolero mediterraneo, le sue note che sanno di saudade, pomeriggi assolati e persiane chiuse; per poi saltare a Sweet obsession: un’atmosfera da summertime ed escursioni soliste in chiave be-bop e free jazz; approdare alla struggente e dolcissima Idea, con quel suo tema che sembra parlare di migranti e di luci lontane di una costa che non è più casa e non sarà mai – di nuovo – casa. E chiudere con Moresca in 5/4, mediterranea fino al midollo e, pure, capace di evocare Gershwin e la New Orleans delle brass band con la naturalezza di un solo di clarinetto con tutte le note al posto giusto.

Allora non evitatelo, questo disco. Anche se siete marinai da diporto; anche se vi piace viaggiare nelle acque dolci e rassicuranti delle note catalogate e conosciute. Anche se avete bisogno di sapere cosa è Jazz e cosa è ‘arabo’ e cosa è ‘partenopeo’, cosa è blues e cosa è pop o rock: non evitatelo e iniziate un viaggio alla scoperta della musica d’alto mare.

Note tecniche:  Sabir, di Erasmo Petringa www.erasmopetringa.com

Etichetta Italia Promotions  Distribuzione: Edel

Erasmo Petringa: Oud, Violoncello, Chitarra battente e Contrabbasso.

Pietro Tonolo (sax tenore e soprano)

Bebo Ferra (chitarra)

Gabriele Mirabassi (clarinetto)

Enzo Zirilli (batteria)

Angelo Cioffi (fender piano)

Emidio Petringa (tamburelli, tamburi a cornice)

Ilaria Montagni - Sabir

Sabir di Ilaria Montagni

Il cd si presenta come una trasposizione in musica dell’esperanto: culture e lingue diverse che si uniscono in una vera e propria Babele musicale. C’è molto Oriente in queste nove tracce, soprattutto in “Oasis” e in “Arabesque”. Ma anche jazz del sud degli Stati Uniti e melodie mediterranee.

Siamo pertanto di fronte a una fusione completa tra free-jazz e danze arabeggianti che giocano molto con l’improvvisazione e la seduzione.  “Sweet Obsession” è la perla di un cd che è ben suonato e di piacevole ascolto, ma in cui, come si suol dire, “c’è troppa carne al fuoco”. Proprio l’unione di melodie dai due capi opposti del mondo deve essere digerita piano piano prima di capire che quello di Petringa è un lavoro nuovo. Un cd che va oltre le performance delle manifestazioni multi-etniche o le jam session tra musicisti di diversa provenienza geografica. Spontaneità e studio accurato per un prodotto che va metabolizzato per poter essere apprezzato in pieno.

Impeccabile Gabriele Mirabassi al clarinetto.